< LA DEMOCRAZIA CRISTIANA DELLA SARDEGNA SI SCHIERA CONTRO LA POLITICA DISTRUTTIVA ATTUATA AI DANNI DELLE PRINCIPALI ATTIVITA’ ECONOMICO-PRODUTTIVE DELL’ISOLA: NO AI “NUOVI BARBARI ” ! >
La Democrazia Cristiana della Sardegna continua nel suo impegno a sostegno delle classi economiche e sociali più deboli ed in particolare anche di tutte quelli attività economico produttive che senza dubbio erano l’asse portante dell’economia regionale.
Interviene in proposito ANTONELLO PILUDU (di Cagliari), Vice-Segretario politico regionale della Democrazia Cristiana della Sardegna e Vice-Segretario nazionale del Dipartimento <Agricoltura – Zootecnia – Sviluppo dei mercati esteri > della Democrazia Cristiana italiana.
<< Sino a qualche decennio fa la Sardegna – grazie al faticoso impegno di tanti laboriosi lavoratori e di una politica agricola costruttiva che tutelava il comparto gli agricoltori e gli allevatori – garantiva una ottima produttività capace di soddisfare senz’altro il fabbisogno locale e di poter intervenire anche fuori regione.
Gli operatori venivano motivati a migliorare la propria azienda garantendo un approvvigionamento di materie prime a prezzi accessibili per la trasformazione alimentare e per poter offrire ai consumatori prodotti di qualità.
Tutti collaboravano a far funzionare al meglio la filiera agroalimentare: agricoltori, allevatori, trasformatori, distributori e rivenditori.
Possiamo ben dire che tutti “suonavano in armonia la stessa musica” e così contribuivano affinché si potesse ottenere una buona redditività aziendale ed avere un tenore di vita ragionevole che premiava la propria fatica e la relativa capacità imprenditoriale, favorendo nel contempo un risparmio per i consumatori, rispetto alla spesa alimentare mensile.
La Sardegna – ad esempio – è sempre stata una delle regioni italiane più produttive di grano, tanto da essere per millenni considerata “il granaio di Roma”.
Ora purtroppo le cose sono molto cambiate a causa soprattutto del disinteresse verso questi problemi da parte della classe politica (fatta più da politicanti che da politici) supini ed ubbidienti rispetto alle imposizioni degli ordini dei soliti noti e che di fatto hanno saputo distruggere l’abbondante produzione locale di grano, di vino, di latte e di formaggio.
Per ubbidire alle imposizioni dettate dai forti produttori europei, i politici nostrani (che evidentemente avranno avuto il loro contraccambio “ideologico”…) hanno reso la nostra isola sempre più “schiava di Roma” e che ci ha venduto incautamente ai potentati stranieri.
In questi giorni un altro brutto capitolo della storia dell’agricoltura sarda si sta scrivendo.
E sempre grazie alla complicità dei summenzionati politici che per favorire i “signori dell’energia” non si oppongono a quella che potremmo definire la “calata dei barbari”.
Barbari che si stanno appropriandosi del suolo sardo convincendo i proprietari a svendere i propri terreni per “trenta denari” senza creare valide ricadute economiche sul territorio.
Che farà poi quella moltitudine di sardi legati mani e piedi alle imposizioni varate dai Governi centrali e che favoriscono le multinazionali dell’energia (che potrebbero addirittura espropriare i terreni con la “gabola della pubblica utilità”) con la finalità di produrre energia e trasferirla poi in altre regioni italiane ed anche all’estero ?
Che lavoro faranno in futuro quegli agricoltori che restano succubi e non fanno una valida opposizione al decreto firmato nel 2022 dal Ministro della Transizione Ecologica (Roberto Cingolani), che favorisce solamente una buona redditività ai “signori del vento” ?
Certamente a causa dell’imposizione di questo sfavorevole decreto gli agricoltori saranno costretti ad accettare i “bonus assistenziali” per disoccupati (finchè ci saranno).
A breve sarà cosi, come è già da diverso tempo accade in tutta Italia, anche tanti contadini sardi continueranno a subire in silenzio, rimanendo senza lavoro, tanto basterà stringere la cinghia dei pantaloni prima che cadono e rimanere in mutande.
Nel frattempo però assistiamo a nuovi consistenti (ed inaccettabili) aumenti per gli stipendi di politici e di amministratori, il che appare proprio davvero del tutto vergognoso ! >>