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Vangelo del giorno – Venerdì 08 Giugno 2018 – Sacratissimo Cuore di Gesù, solennità

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VANGELO DEL GIORNO- Venerdì 08 Giugno 2018
Sacratissimo Cuore di Gesù, solennità

« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68

Oggi la Chiesa celebra : Sacratissimo Cuore di Gesù, solennità

Santo(i) del giorno : B. Nicola da Gèsturi, religioso O.F.M. Cap. (1882-1958), B. István Sandor, coadiutore S.D.B. e martire (1914-1953)

Meditazione del giorno
San Bonaventura : La ferita del cuore

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 19,31-37.

Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui.
Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Traduzione liturgica della Bibbia

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Meditazione del giorno:

San Bonaventura (1221-1274), francescano, dottore della Chiesa
La mistica Vigna n. 2 (Opere spirituali, tomo III)
La ferita del cuore

I soldati forarono e trafissero non solo le mani e i piedi di Gesù; la lancia del loro furore trafisse anche il costato ed anche fino in fondo il sacro Cuore già trafitto dalla lancia dell’amore.

“Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore!” egli dice (Cant 4,9). O Gesù che ami alla follia, la tua sposa, sorella, amica, ha ferito il tuo cuore, era necessario che il nemico lo ferisca a sua volta? E voi nemici, che fate?
Se è già ferito, o piuttosto poiché è ferito, il cuore dolcissimo di Gesù, perché infliggergli una seconda ferita? Non sapete che alla prima il cuore si spegne e diviene in qualche modo insensibile?

Il cuore del mio dolcissimo Signore Gesù è morto perché è stato ferito; una ferita d’amore ha invaso il cuore di Gesù nostro Sposo, una morte d’amore l’ha colto. Come può sopraggiungere un’altra morte? “Ma forte come la morte è l’amore” (Cant 8,6); ancor più, in verità è più forte che la morte stessa.

Impossibile cacciare la prima morte, cioè l’amore di tante anime morte, dal cuore ch’ella abita, perché la sua ferita suprema l’ha conquistato. Dei due avversari altrettanto forti, di cui uno è in casa, l’altro fuori, chi dubiterà in effetti che quello dentro riporti la vittoria? Vedi dunque com’è forte l’amore, che abita il cuore e lo uccide d’una ferita d’amore, e ciò è vero non solo per Gesù il Signore, ma anche per i discepoli.

Così fu ferito e morì il cuore del Signore Gesù, “per noi messo a morte, stimato come pecora da macello” (Sal 44,23). Tuttavia sopraggiunse la morte corporale e trionfò per un po’, ma per esser vinta per l’eternità.

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L’AMORE DI DIO E’ LA VITA DEL FIGLIO OFFERTA PER CIASCUNO DI NOI

Una festa per celebrare l’amore di Dio!

Questo amore viene descritto dalla Sacra Scrittura con varie sfumature. Il testo di Osea, che solitamente usa l’immagine dell’amore sponsale per parlare di Dio, in questo capitolo si concentra sul suo amore paterno. Israele è visto come un bambino piccolo, da accudire: bisogna insegnargli a camminare tenendolo per mano, ma anche coccolarlo perché bisognoso di mille attenzioni: «Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» dice Dio. Oggi sentiamoci così: portati in braccio da Dio, stretti nel suo abbraccio, baciati dal suo amore.

Possiamo arrivare a questa consapevolezza solo grazie alla rivelazione di Gesù Cristo: è quanto afferma Paolo. Solo dentro il mistero di Cristo, morto e risorto per noi, possiamo scoprire l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità, dell’amore di Dio per noi.
In realtà, più ci inabissiamo in questo mistero, più vediamo che non c’ë nessun confine a queste coordinate dell’amore di Dio, la cui misura è la vastità infinita.

Il Vangelo concentra la nostra attenzione sul Crocifisso: l’amore di Dio per noi non è un amore romantico, fatto di cuoricini. È invece la vita del Figlio di Dio offerta per noi.

È importante capire che Cristo muore per me: se sento che muore chiamando il mio nome, capirò la profondità di questo amore personale, unico e infinito. Saprò dire: <<Soccorrimi, Signore: tu mi hai redento col tuo sangue prezioso», come afferma il Te Deum

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