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Da mio ultimo postato in rete dal dottor Angelo Sandri, Segretario generale DC, qualche giorno fa e concernente il caso della giovane della Tailandia abusata, sfruttata e minacciata sul lavoro, che a me scrivente si rivolgeva nella notte, con drammatica disperazione e sull’orlo del suicidio ( poi tranquillizzata dal mio aiuto che le ho offerto), ricevo da più parti segnalazioni di sdegno per lo status dei diritti negati da quelle parti.
Il problema però non riguarda la sola Tailandia, ma in generale ogni parte del mondo, Italia compresa.
Si impongono interventi rapidi ed incisivi, con un piano strategico che deve intensificare i controlli. E’ dunque necessario che Stati e istituzioni abbiano più parte attiva in controlli e con aumenti di ispettori in organico, oltre poter aumentare le sanzioni.
La necessaria sensibilizzazione deve essere rivolta alle aziende, ma con un sensibile rafforzamento delle iniziative di formazione ed informazione anche nelle scuole.
Vi sono forme di vessazione chiamate “Mobbing” ovvero comportamenti violenti che un singolo o gruppo rivolge ad altri nell’ambito lavorativo.
E’ definito come una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti da parte di colleghi e superiori. In poche parole un atteggiamento che impedisce alla vittima di svolgere la propria attività .
L’ANAC ha messo a punto una apposita “App” per la segnalazione degli illeciti comportamenti. La App, che prende il nome di ” Whistleb lower”, consentirà di segnalare anonimamente le condotte illecite, i reati e gli abusi perpetrati nel mondo del lavoro..
La violenza e le molestie nel mondo del lavoro costituiscono violazione e abuso dei diritti umani ed una minaccia alle pari opportunità. E’ una situazione davvero inaccettabili ed è incompatibile con il lavoro dignitoso.
Dobbiamo perseguire severamente la giungla del sommerso (o cosiddetto lavoro in nero) a tutela della dignità di ogni essere umano.
Nel mondo vi sono 150 milioni di bambini intrappolati in impegni che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago, nè istruzione.
Secondo i dati del ILO, nel mondo vi sono 75 milioni di bambini che purtroppo sono impiegati in forme di lavoro pericoloso (come addirittura il lavoro in miniera) oppure a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
Tra le peggiori forme di lavoro minorile rientra anche il lavoro di strada ovvero l’impiego di tutti quei bambini che – visibili nelle metropoli asiatiche latino-americane e africane – cercano di vivere raccogliendo rifiuti da riciclare ottenendo cibo e bevande.
Nella città di Dakar, capitale del Senegal, sono migliaia i bambini che vivono come mendicanti.
Altra faccia di questa tragica realtà è lo sfruttamento sessuale dei minori che coinvolge milioni di bambini ogni anno.
A cura di Franco Capanna sindacalista -Teramo *