A cura di Dott. Angelo Sandri (Cervignano del Friuli/in provincia di Udine)
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Segretario nazionale della Democrazia Cristiana
Direttore Responsabile de IL POPOLO della Democrazia Cristiana
< I DODICI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA TEORIA ETICO/ECONOMICA DEL PROF. ANTONIO FOGLIO (BRESCIA) > * SECONDA PARTE >
Completiamo dunque quest’oggi la presentazione dei dodici principi fondamentali della teoria etico/economica elaborata dal Prof. Antonio Foglio (Brescia).
Ringraziamo sentitamente il prof. Antonio Foglio per la Sua preziosa collaborazione con la Democrazia Cristiana, grazie alla quale ci è possibile poter approfondire alcuni importanti aspetti sulla sua/nostra impostazione socio/economica che è stata definita con il termine < ETICONOMIA >.
Ci si riferisce evidentemente all’ultima fatica editoriale del Prof. Antonio Foglio, ossia al corposo volume da lui scritto ed intitolato < ETICONOMIA >, edito dalle Edizioni < Cavinato International >.
Abbiamo già sottolineato nella prima parte di questa presentazione come valga la pena di analizzare approfonditamente, per quanto ci è possibile, i fondamentali principi su cui si basa questa teoria etico/economica.
L’eticonomia, con i principi che essa sostiene, porta inevitabilmente i vari soggetti economici, il mercato, le imprese, il business, la finanza a volere ed a garantire una convivenza umana giusta, collaborativa, solidale.
L’eticonomia riesce a promuovere lo sviluppo economico oltreché umano, se vede accettati da parte dei vari soggetti economici i principi etici che s’impongono nel processo eticonomico.
L’assenza di questi principi rende l’economia non solo immorale e quindi irresponsabile, ma anche inefficace, inefficiente ed improduttiva.
Questi principi etici non possono essere solamente annunciati: essi debbono essere accettati e vissuti quotidianamente.
Nella prima parte della presentazione abbiamo analizzato i principi da uno a sei. Ora proseguiamo con gli altri sei.
7. Principio di solidarietà: il principio di solidarietà riguarda gli interessi della persona umana e della collettività nel rispetto della vita e della dignità umana, della salute, dell’ambiente naturale, della sostenibilità.
Il principio di solidarietà è fondamentale in eticonomia; stiamo parlando non già di una solidarietà compassionevole, bensì di una solidarietà attiva, fattiva, partecipativa, democratica che interviene nei confronti del disagio, della povertà, delle diseguaglianze, delle precarietà, delle ingiustizie, degli squilibri.
Il principio di solidarietà, se accettato e praticato in eticonomia, spinge i vari soggetti economici, la collettività rispettivamente ad azioni solidali personali e collettive al fine di rimuovere distorsioni, diseguaglianze, squilibri, contraddizioni, ingiustizie.
Accettare il principio di solidarietà voluto dall’eticonomia vuole dire riconoscere l’esigenza di avere dei legami che possano portare gli uomini ad essere uniti per provvedere alla crescita comune di tutti, al bene comune di tutti con la condivisione di tutti.
8. Principio di reciprocità: il principio di reciprocità perfeziona lo scambio che è alla base dell’eticonomia, quindi di quella convivenza umana che l’eticonomia richiede per sviluppare il suo processo eticonomico; con il principio di reciprocità ogni persona stabilisce una fruttuosa relazione con un’altra persona, che non si riduce solo ad una questione rispettivamente di dare ed avere, ma è anche soprattutto di essere.
9. Principio di gratuità: questo principio svolge un importante ruolo nell’eticonomia; possiamo definirlo come “il principio del dono”, in base al quale liberamente gratuitamente si dà, si dona senza aspettarsi di ricevere alcunché in cambio (dono dato) e lo si fa per fraternità, umanità, solidarietà.
10. Principio della destinazione universale/uso comune dei beni/dei servizi: i beni sono destinati a servizio dell’uomo, di tutti gli uomini per cui ogni uomo è giusto che abbia la possibilità di usufruire di quei beni, del benessere necessario a completamento del suo sviluppo; è il diritto naturale per primo a sostenere questo principio, prima ancora della stessa dottrina sociale cattolica.
11. Principio della proprietà privata: l’eticonomia riconosce il diritto di proprietà privata sui beni posseduti, compresi quelli produttivi; il non riconoscimento di questo principio e del diritto che comporta rende vana in eticonomia la libertà, quindi la libera iniziativa.
12. Principio di equa distribuzione del reddito e redistribuzione della ricchezza accumulata: se la distribuzione della ricchezza dovesse solamente premiare il capitale d’investimento (capitale materiale/imprenditoriale e finanziario) ignorando sia il capitale creativo/intellettuale che il capitale umano che danno un importante contributo alla formazione della ricchezza, per l’eticonomia ci troveremmo davanti ad un’ingiusta appropriazione di ricchezza, ad una sottrazione del giusto dovuto a chi ha dato un importante contributo a formare il reddito, la ricchezza.
L’eticonomia vuole la giustizia in genere, ma in particolare richiede una giustizia distributiva che possa portare ad un’equa distribuzione del reddito, della ricchezza.
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