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mercoledì, Febbraio 19, 2025

L’IMPEGNO AD OPERARE PER UN’EUROPA CRISTIANA !

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L’IMPEGNO AD OPERARE PER UN’EUROPA CRISTIANA !

Quando San Giovanni Paolo II, con profondo dolore e lucida lungimiranza, pronunciò la celebre frase “l’Europa o sarà cristiana o non sarà”, suscitò non poche critiche e malumori.

Il tempo ha poi dimostrato che Egli aveva le sue buone ragioni.

Fu per queste che il Santo Pontefice chiese insistentemente che nella Costituzione Europea venisse inserito un chiaro riferimento al Cristianesimo quale base unificante che, nei secoli, era stata in grado di plasmare il pensiero, l’etica, la visione d’insieme degli europei.

Anche il suo successore al soglio pontificio, Benedetto XVI, aveva delle idee molto simili riguardo all’ idea di Europa.

Non a caso Egli disse che ”non si può pensare di edificare un’autentica “casa comune europea” trascurando l’identità propria dei popoli di questo Continente.

Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale prima ancora che geografica, economica o politica; un’identità costituita da un insieme di valori universali che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo un valore non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa”.

D’altronde già il celebre filosofo, storico, scrittore e politico italiano Benedetto Croce, benché dichiaratamente non credente, finì per concludere, molto probabilmente per le stesse ragioni finora enunciate, che “ non ci si può non dire cristiani”.

Benedetto Croce

Ma tornando al rifiuto che seguì la richiesta di Papa Wojtila e che si tradusse a favore dell’illuminismo, esso non tardò a mostrare i suoi amarissimi frutti: ne scaturì infatti un’Europa sostanzialmente atea, autoreferenziale e pretenziosamente autosufficiente; un gigante di idee e progetti dai piedi d’argilla.

In pratica essa, disconoscendo Dio, aveva finito per rinnegare se stessa privandosi, di conseguenza, di quella linfa vitale necessaria a realizzare quanto avrebbe dovuto e potuto, anche secondo le ispirazioni dei suoi padri fondatori.

Il riferimento o meno al Divino comporta, infatti, delle conseguenze ben precise: nella formulazione del pensiero, nella estrinsecazione dell’azione, nelle scelte, nelle decisioni. Ciò per tutti, compresi i politici.

Da qui si può purtroppo dire che tanta parte della politica U.E. denota un’evidente mancanza di Dio e, per conseguenza, anche di vera attenzione e cura per l’essere umano.

Gli esempi degli ultimi anni sono stati a dir poco” illuminanti”: da follie green, come la commercializzazione di cibo sintetico o di larve ed insetti per uso alimentare, alla desertificazione di intere aree coltivabili interamente ricoperte da pannelli fotovoltaici o abbandonate per assecondare la norma del ripristino dello ”stato di natura”; a scelte scellerate in termini di tutela della vita o poco ponderate riguardo a questioni di politica interna ed esterna alla U.E. (queste ultime special modo in riferimento  alla questione energetica) con conseguenti carenze in termini di tutela di salute, diritti, sicurezza, pace e benessere. Tanto per citarne alcuni.

Quanto più temeva uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, il nostro Alcide De Gasperi, ha trovato, nel tempo, triste realizzazione ed anzi, sotto certi aspetti, si è andati anche oltre l’inimmaginabile.

Nel suo discorso a Strasburgo del 12 gennaio 1951 egli, infatti, mise in guardia sulle modalità di costruzione di questa nuova organizzazione sovranazionale europea e non a caso disse: ”Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale per il quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, rischieremo che questa  attività europea appaia al confronto della vitalità nazionale particolare, senza colore, senza vita ideale.

Potrebbe anche apparire ad un certo momento, una sovrastruttura superiore e, forse, anche oppressiva, quale appare, in certi periodi del suo declino, il Sacro romano impero”

Alla luce di tutte queste diverse riflessioni si può dunque concludere che c’è bisogno che nasca un nuovo modello d’Europa.

Un’Europa più umana e vera, un’Europa delle Nazioni e dei popoli, plasmati dal Credo e dall’etica cristiana, dove le peculiarità vengano valorizzate e non mortificate, dove ognuno possa dare il suo specifico, prezioso contributo.

E dove, infine, all’Italia culla di civiltà e sede del Vicario di Cristo, venga corrisposto il giusto, legittimo riconoscimento di  Paese “primus inter pares”.

Se ne è discusso anche in sede di Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana svoltasi a Roma nei giorni 7 ed 8 febbraio 2025 e che ha registrato un’ottima partecipazione dei Dirigenti nazionali D.C. provenienti da varie regioni d’Italia.

 

A cura di prof.ssa GIUSEPPINA PAPA (Frosinone)

giuseppina.papa@dconline.info

Componente della Direzione provinciale della Democrazia Cristiana di Frosinone

Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana 

Componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana 

Editorialista de IL POPOLO della Democrazia Cristiana

www.ilpopolo.news *

www.democraziacristianaonline.it

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